Da Romolo al Porto è un ristorante storico, aperto nel 1968 da Romolo Regolanti, papà di Walter e Marco Tullio che oggi portano avanti con grande passione l’attività di famiglia.
Questo è il ristorante più famoso del litorale, è sempre pieno, in tutte le stagioni, e quell’ampia veranda sulla passeggiata del porto è molto ambita. Ça va sans dire, è metà preferita dei gourmet, critici enogastronomici e chef stellati e non, ma è altrettanto amato sia dai personaggi del mondo dello spettacolo sia dai “semplici” amanti della cucina del mare.

Nel menu solo pesce freschissimo locale, pescato a “km 0”, ingredienti di stagione della zona e una carta di vini invidiabile. Spaziale la cantina a vista che occupa tutta la parete, ben nutrita la carta di vini con oltre 400 etichette, tra cui una cinquantina solo di Champagne. Si, perché Walter, il Cavaliere dello Champagne, è un grande appassionato di questo vino, ed è sempre a caccia di novità, riuscendo a sorprendere palati più viziati. Lui dice che “la gente da bolla beve solo Champagne, anche se l’Alta Langa ha un ottimo riscontro. Quando chiedono i vini fermi, l’aromatico va sempre, tra cui il Gewurztraminer e il Traminer, ma ultimamente chiedono spesso anche la Passerina e la Ribolla”.

Insomma, un luogo ideale per sfoggiare un gioiello di una nuova collezione firmata Montre for Wine, una collezione dedicata completamente all’uva, creata per le wine lovers.
Orecchini, collane e anelli, in oro bianco, giallo e rosa, che abbracciano sinuosamente il collo e le mani delle amanti del vino, donando loro un ulteriore tocco di charme e di classe.


Il cavallo di battaglia di Romolo al Porto sono i crudi, preparati con il pescato del giorno, conditi con pochi elementi essenziali come il sale, le erbe aromatiche e l’olio extravergine di oliva.



Nel mondo odierno in cui tutti i ristoranti, decantati dalla critica e non, credono doveroso avere nel proprio menu il polpo (rosticciato), la guancia di manzo (cotta a bassa temperatura), il filetto di tonno o il petto di piccione, Romolo al Porto si differenzia, puntando esclusivamente su pesci locali rigorosamente di stagione. “La gente è stanca di entrare nei locali tutti uguali e di mangiare ovunque le solite cose”. Niente tagliata di tonno, quindi, ma un carpaccio di palamita, niente salmone o insalata di mare, ma una tracina sfilettata o gamberi gobbetti appena pescati.

Imperdibili i gamberi striati con sale nero, la triglia sfilettata con timo e sale alle alghe, i gamberi bianchi con sale alla liquirizia, ma anche il tonno con aneto e sale ai capperi, otoro, ovvero la ventresca di tonno crudo, affumicata e porchettata a tavolo, e una tavolozza di pesci e crostacei, abbinati ai colorati estratti di frutta e verdura insaporiti con le erbe. Sul tavolo arrivano tanti altri assaggi: julienne di calamaretti e verdure, tartare di tonno e di tracina, carpaccio di fragolino, di sarago e di tonno.

Chi non ama il crudo, troverà una serie infinita di antipasti cotti, icome una spettacolare Catalana di scampi o insalata di polpo, primi dai saporiti sughi di pesce locale e la storica minestra di pesce alla portodanzese, ma anche il pescato del giorno da fare sulla piastra, al forno o al sale.


Walter spiega così il segreto del loro successo: ça va sans dire, l’amore sincero per il proprio mestiere e la passione per la cucina, ma soprattutto la formazione del personale, nella quale investono molto, e, cosa fondamentale, l’organizzazione del lavoro, dalle celle frigorifere alla sala. “La vera cucina, continua lui, è quella che offrono giornalmente il mercato e il mare, quindi niente pesci di paesi lontani né di allevamenti, nemmeno nei giorni del maltempo, invece largo al pesce di stagione pescato in zona. Nessun fornitore di grandi marchi riuscirà mai ad eguagliare l’offerta del mare e della natura. Per questo l’organizzazione è tutto.”
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